Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato a fine novembre scorso un Rapporto che analizza struttura e funzionamento degli intermediari che offrono una combinazione di servizi e prodotti nel mercato dei crypto-asset (c.dd. Multifunction Crypto-asset Intermediaries -MCIs).
In particolare, a seguito del collasso di uno dei principali exchange di criptovalute FTX nel novembre 2022, il Rapporto si propone di individuare e valutare i rischi più rilevanti per la stabilità finanziaria derivanti dall’operatività di questa particolare categoria di intermediari, i quali, nel mondo dei crypto-asset, combinano servizi e funzioni che sono, di norma, esercitati separatamente nel sistema finanziario tradizionale (quali, ad esempio, negoziazione per conto proprio e gestione della piattaforma di trading; emissione, negoziazione e servizi di custodia di crypto-asset; investimento diretto tramite fondi di venture capital e attività di pooled mining).
Il Rapporto si struttura in quattro sezioni: la prima descrive le principali caratteristiche degli intermediari (MCIs) in termini di attività e di servizi prestati, nonché di corporate structure ed evidenzia le numerose interconnessioni tra il mondo dei crypto-asset e il sistema finanziario tradizionale (sec. 2, pag. 4 ss.).
La seconda sezione individua i principali rischi per la stabilità finanziaria derivanti dall’attività dei MCIs, tra i quali sono segnalati, oltre ai rischi operativi e tecnologici, quelli derivanti da possibili disallineamenti negli investimenti e conseguenti crisi di liquidità, dalla combinazione di servizi che può generare conflitti di interesse e manipolazioni di mercato, nonché dalla posizione dominante che può sfociare in comportamenti anti-concorrenziali (sec. 3, pag. 15 ss.).
In particolare sono evidenziate, nel Rapporto, le interconnessioni tra i diversi intermediari sia all’interno del mercato dei crypto-asset (ad es. tra intermediari che emettono criptovalute e intermediari che negoziano crypto-asset utilizzando proprie o altrui stablecoins come mezzi di pagamento), sia tra MCIs ed intermediari del sistema finanziario tradizionale (ad es. banche che offrono ai MCIs servizi di pagamento o di prestito o di custodia di asset). Peraltro si osserva come spesso le relazioni tra i diversi intermediari siano opache e piuttosto fluide (v. p. 11).
Tra le vulnerabilità segnalate nel rapporto vi sono quelle riguardanti la struttura e la governance degli intermediari, in quanto gli MCIs difettano spesso di assetti organizzativi, di competenze e di sistemi di controllo interni adeguati ad individuare e a gestire i principali rischi collegati alla loro attività e sono inoltre opachi, in quanto non forniscono agli investitori informazioni utili per verificare la serietà e la solidità della loro struttura e del loro modello di business (pag. 15 ss.).
Nelle ultime due sezioni sono evidenziate, da un lato, le criticità derivanti dalla lacunosità delle informazioni e dei dati disponibili riguardo agli assetti societari e alle attività dei MCIs, che spesso si articolano in una pluralità di entità dislocate in diversi Paesi e, dall’altro lato, le implicazioni di policy che se ne possono trarre riguardo alla: 1) necessità di valutare i rischi derivanti dalla combinazione di servizi e funzioni riscontrabile negli MCIs e la loro compatibilità con il principio “same activity, same risk, same regulation”; 2) individuazione degli strumenti di cooperazione cross-border per supportare efficacemente l’attività regolatoria e di supervisione delle Autorità di vigilanza; 3) considerazione delle asimmetrie informative e individuazione di adeguati strumenti di disclosure e reporting.
Silvia Corso, 13 dicembre 2023